Teologo e filosofo spagnolo. Entrato nella Compagnia di Gesù,
studiò in Portogallo, a Coimbra, dove rimase come docente di Filosofia.
Successivamente insegnò Teologia a E'vora e Morale a Madrid. La
pubblicazione del volume
Liberi arbitrii cum gratiae donis, divina
praescientia, providentia, praedestinatione et reprobatione concordia (1588)
lo vide al centro di aspre critiche e polemiche. In esso egli poneva le basi di
un sistema teologico (V. MOLINISMO) nel quale
tentava di giungere ad una conciliazione tra grazia divina e libera scelta
dell'uomo, entrambe finalizzate alla salvezza dell'uomo. Fra gli oppositori
più tenaci di
M. furono i Domenicani mentre i Gesuiti condivisero
l'impostazione data dal teologo. Nel 1594 Clemente VIII costituì
un'apposita commissione che esaminasse le tesi molinistiche; qualche anno dopo
Paolo V stabilì che le tesi di
M. non escludevano necessariamente
quelle opposte dai Domenicani. Oltre che teologo
M. fu moralista e
giurista di rilievo. Si ricorda in particolare l'opera
De iustitia et
iure (1593), nel quale trattò il problema del rapporto tra Stato e
Chiesa (Cuenca 1535 - Madrid 1600).